Novoli è un piccolo comune della Provincia di Lecce, fedele alle tradizioni pugliesi e alla storia del Sud d’Italia. Ma ancor prima è la località conosciuta nel mondo per un evento folkloristico che si tiene tutti gli anni: la Focara di Novoli. Un grande fuoco acceso nel centro abitato, in ricordo di Sant’Antonio Abate.
I primi giorni dell’anno a Novoli sono scanditi dalla preparazione del falò, rigorosamente dato alle fiamme ogni 16 gennaio. Ma l’evento è preceduto da un attento allestimento del grande ammasso di legna. Già nei primi giorni di dicembre si costituisce un comitato festa, cioè un gruppo di novolesi incaricati di raccogliere i quintali di legna necessaria. A proposito: i rami sono rigorosamente di viti, frutto della potatura nell’attiguo Parco del Negramaro.
Per settimane, e con certosina pazienza, gli esperti iniziano ad allestire il grande falò secondo tecniche costruttive assodate e tramandate nei secoli. Le dimensioni sono titaniche: la costruzione raggiunge un’altezza di 25 metri per un diametro di circa 20. Leggermente differenti sono invece le forme, sempre a emulare una sorta di cono ma talvolta con dei tunnel dove scorre la processione prima del fuoco.
Si entra nel clou della Focara di Novoli al mattino del 16 gennaio. Il rito della bardatura è importante quanto le fiamme: una grande catena umana posiziona in cima al falò l’immagine di Sant’Antonio. Segue nel primo pomeriggio la benedizione degli animali.
Al calar del sole, la tensione per l’evento si scioglie ai primi fuochi d’artificio sparati dal falò. Segue l’accensione del fuoco, che può bruciare anche per giorni. Le alte fiamme accompagnano canti, balli e gli inevitabili assaggi delle prelibatezze locali.
La Focara di Novoli ha un’origine ben precisa: nel 1668 Sant’Antonio Abate fu dichiarato santo protettore della cittadina; da allora viene appiccato il fuoco in segno di devozione. Un rito tra sacro e profano, entrato nel dna del novolesi. E di nuovo riproposto dopodomani nel pittoresco borgo pugliese.