Il Castello di Gradara non è un luogo romantico per gli amori sdolcinati. Si confà invece alle passioni soffocate, come quella tra Paolo e Francesca narrata nel quinto canto dell’Inferno di Dante, stroncata con la morte dei due giovani. Gradara sorge maestosa nell’entroterra adriatico, circondata dalla macchia mediterranea e immersa nell’affascinante atmosfera medievale.
La fortificazione di Gradara era celebre fin nel Medioevo e ha una storia che inizia nel dodicesimo secolo. Furono i De Griffo a erigere il mastio nel 1150. I Malatesta completarono il complesso fortificato e le due mura di cinta. Quella più esterna è lunga quasi 800 metri e protegge il borgo: un tempo dai nemici, oggi dagli assalti della modernità. Nei secoli la città fu un riferimento militare per le potenti famiglie che se appropriarono, e per questo “rispettata” nel suo aspetto originario.
È facile intuire il fascino e l’inquietudine che trapelano dalle costruzioni millenarie, pensando ai due amanti uccisi e al loro amore tormentato. Notevole è il successo turistico in estate, quando i bagnanti della Riviera visitano i luoghi di Paolo e Francesca. Oltre al mastio, che domina con i suoi trenta metri il borgo, spicca la Cappella della Rocca che ospita una pala di Luca della Robbia.
In estate a Gradara si svolge l’Assedio al Castello, la rievocazione in costume di un evento storico realmente avvenuto. Nel 1446 il castello subì un violento assedio da parte degli Sforza e dei Montefeltro: la città resistette ben 43 giorni! L’affascinante coreografia riporta Gradara indietro nei secoli.
Armi, fuoco e Medioevo condizionano inevitabilmente anche la cucina tipica di Gradara. Se non altro nei nomi: i tagliolini con la Bomba non sono un bizzarro miscuglio bellico ma il piatto caratteristico a base di lardo. Celebre anche Il Medioevo a Tavola, kermesse gastronomica con la preparazione di ricette antiche nelle taverne del borgo.
Una visita a Gradara può concludersi in bellezza con una passeggiata lungo la cinta muraria o nel fitto bosco circostante.