Il Vulture è una regione storica della Basilicata settentrionale, a confine con la Campania e la Puglia: terra antica, legata alle tradizioni contadine e dal fascino irresistibile. Il foliage autunnale conquista anche i meno sensibili alla natura, mentre i borghi locali conservano la memoria collettiva nei centri storici fermi nel Medioevo.
La storia del Vulture è stata segnata da momenti difficili, culminati nell’immigrazione di massa dello scorso secolo. Ma da qualche anno il Vulture ha saputo riscattarsi con il turismo ambientale. Oggi molti turisti scelgono queste terre per ritrovare un contatto autentico con la natura.
I tratti naturali e culturali del Vulture creano uno scenario a se stante. L’omonimo monte vigila sul territorio e dà origine a piccoli torrenti che solcano le campagne sottostanti. Il microclima, poi, è condizionato dall’Adriatico e consente di coltivare la vite e l’olivo. Più rigido invece è il Vulture a ridosso degli Appennini, dove a dominare la scena sono i boschi e i pascoli.
I sentieri del Vulture svelano questi e altri scenari naturali, intervallati da architetture storiche. L’Abbazia di San Michele da secoli sorge tra le falde del Monte Vulture e le acque dei Laghi di Monticchio. Il luogo sacro risale all’VIII secolo e si estende attorno alla Grotta dell’Angelo, cavità naturale in cui i monaci basiliani si ritiravano a pregare.
Le località del Vulture brillano di luce propria per la storia che raccontano nei loro centri antichi. Melfi, prima di essere un polo industriale per la presenza della Fiat, è un museo a cielo aperto di stampo medievale. Rionero in Vulture, Venosa e Barile non sono da meno e sfoggiano pregevoli architetture.
Terre come quella del Vulture regalano scorci mozzafiato unici, e prodotti tipici d’eccellenza. L’olio e il vino sono i due emblemi della regione: l’Aglianico del Vulture è un vino DOC che sfrutta le virtù del terreno lavico. Le castagne, poi, sono l’essenza di un territorio che non ha dimenticato le sue radici rurali.