Uno dei riti più suggestivi delle festività pasquali è senza dubbio il Venerdì Santo. In molte parti d’Italia si mettono in scena i momenti che precedettero la morte di Gesù. Oggi vogliamo raccontarti la processione del Cristo Morto di Chieti, tra le più celebri del Belpaese.
La storia della processione del Venerdì Santo nella città abruzzese risale ai primi secoli dopo Cristo. Precisamente agli anni che seguirono la costruzione dell’attuale Cattedrale. Gli studi storici, tuttavia, attestano che l’attuale corteo è molto simile a quelli che si tenevano nel XVI secolo.
Chi vede per la prima volta la processione del Cristo Morto a Chieti non dimenticherà più ciò che ha davanti agli occhi. Mentre le vie del centro si riempiono di fedeli, dalla Cattedrale escono circa 150 coristi che intonano il Miserere. Decine di fuochi di cera, poi, illuminano le strade già in parte avvolte dalla notte.
Al crepuscolo la processione prende il via. I componenti delle confraternite precedono le centinaia di fedeli presenti, e alcune statue raffiguranti il Cristo Morto solcano le vie centrali della città.
Alcuni riti, uguali a se stessi da secoli, sono i momenti più suggestivi di tutta la processione. Due, in particolare: uno è l’usanza dei componenti maschi delle famiglie locali di prender parte al corteo religioso. L’altro riguarda i bambini che non hanno compiuto un anno, i quali vengono sollevati al passaggio del Cristo Morto e della statua che raffigura l’Addolorata. Una sorta di “presentazione” alle figure religiose.
La processione del Cristo Morto di Chieti è una delle più antiche d’Italia. Ma riscuote successo anche per la preziosità del patrimonio artistico della città. Ad esempio spicca la Cattedrale di San Giustino, da cui parte il corteo: questo luogo di culto conserva la sua “prima versione” sotto forma di cripta in stile romanico.
Chieti è una delle tante città italiane che vivono con grande intensità l’arrivo della Pasqua. Ma ovunque ti trovi, ti auguriamo di trascorrere queste giornate di festa in un clima di serenità!